sabato 18 maggio 2013

Con gli occhi al cielo aspetto la neve. Antonio Verri, la vita e le opere



La copertina del libro edito da Manni

Rossano Astremo per Antonio Verri

di Francesco Aprile


“Con gli occhi al cielo aspetto la neve. Antonio Verri, la vita e le opere”, edito da Manni, è il lavoro biografico che lo scrittore Rossano Astremo dedica alla figura del poeta di Caprarica di Lecce nel ventennale della morte. L’opera di Astremo va al di là dei facili discorsi che negli anni hanno accompagnato l’analisi dell’opera verriana – spesso ridotta a semplice contorno in un dibattito che ha privilegiato una salentinità (e mi si passi il termine, citando lo stesso Verri), spesso provinciale, intesa come veicolo di furberie altre, obiettivamente estranee alla pratica letteraria, editoriale e relazionale del poeta di Caprarica. Il quadro che emerge coniuga l’aspetto autorale alla figura dell’operatore che negli anni di massima operatività ha avuto il merito di tessere relazioni importanti, tenendo unita questa provincia – “brutta gatta da pelare” perché “rarefatta” – facendosi veicolo di un network relazionale che ha avuto come mira quella di rapportare la realtà artistica del Salento ad altre, vicine e lontane, italiane e non, facendo leva sulla sua posizione umana e culturale che ha operato come collante, in un territorio difficile, da sempre caratterizzato da uno spiccato individualismo,  in un tempo non ancora segnato dal surplus comunicativo della nostra contemporaneità. Il “profilo” di Verri tratteggiato da Astremo ci appare come quello di un poeta profondo che nello scambio reciproco ha saputo fare poetica e prassi editoriale rigorosa, mostrando come in tale prassi abbia spesso anteposto la cura e la diffusione delle opere altrui. Questo lavoro ha indubbiamente il merito di porre l’accento su determinate questioni che in questi anni sono state spesso oggetto di ambiguità storiografiche e critiche. Il percorso di Verri, dunque, inserito sulla scia impegnata del meridionalismo di Vittore Fiore, si è nutrito, fra le varie cose, dei movimenti, delle teorizzazioni, delle operazioni corali di Francesco Saverio Dòdaro, fino a sfociare negli anni ’80, e primi anni ’90, in un intenso sodalizio poetico in cui Verri entrava come editore e co-curatore in una serie di collane editoriali d’avanguardia, internazionali, ideate dallo stesso Dòdaro (Compact Type. Nuova Narrativa, 1990; Diapoesitive. Scritture per gli schermi, 1990; Spagine. Scrittura infinita, 1991; Mail Fiction, 1991). A tal proposito risultano importanti le ripubblicazioni, all’interno del volume, della lettera di adesione di Verri al Movimento di Arte Genetica e la risposta di Dòdaro. L’analisi di Astremo colloca, credo in maniera definitiva, la posizione letteraria di Verri nel filone del postmodernismo italiano, indirizzandolo all’interno della stessa linea postmoderna barocca di Consolo e D’Arrigo. In ultima istanza, la speranza di Astremo, l’interrogativo che è anche proposito finale, riuscire a portare l’opera di Verri all’attenzione del dibattito letterario nazionale, attribuendo alla sua poetica il giusto posto nel panorama letterario del secondo novecento italiano.

1 commento:

  1. Rossano Astremo sul suo profilo facebook, domenica 19 maggio.
    La sera prima la presentazione alla Tenuta Monacelli del suo libro edito da Manni

    cose e persone belle della prima presentazione della biografia di antonio verri: ulivi secolari, muretti a secco, piero manni, gabriella della monaca, cecilia leo, i fratelli de santis,mauro marino amico fraterno come sempre, massimo melillo e le sue ms, l'ortodossia di carla petrachi, francesco aprile e daniele greco, la moglie licia e i parenti di antonio, claudio longo che ha preferito claudio santamaria alla.nostra cena, i camerieri che versavano negroamaro a getto continuo, l'estasi degli americani in bicicletta tra gli ulivi, i miei amici artisti fabio inglese, gianluca costantini e orode' che per strada - in pieno stile verriano- vendono le loro opere, la promessa fatta a licia: porteremo i libri di tuo marito nelle scuole, tra i ragazzi, l'oblio non cadra' sulle sue opere. Sarebbe una sconfitta per piu' di una generazione.

    RispondiElimina