di Alessandra Peluso
(da Affari Italiani 28 agosto 2013)
Dopo una lunga attesa è stata data alla luce un'importante opera
dedicata ad un poeta salentino, Antonio Verri, una variegata personalità
di sentimento e passione, una mente singolare.
Simone Giorgino con “Antonio L. Verri. Il mondo dentro un libro” merita
un plauso per il considerevole lavoro di ricerca attuato non solo sulla
biografia di questa grande figura scomparsa tristemente prima di veder
luce e considerazione sulla sua vasta produzione poetica e prosaica, ma
anche perché offre in modo esaustivo il mondo verriano dentro un libro.
Antonio Verri - racconta Giorgino - è un autore sedotto dalla neoavanguardia e dal post-modernismo, attento alle più ardite sperimentazioni linguistiche da Gadda, a D'Arrigo sino a Joyce e Queneau ma anche radicato alle radici salentine cercando di recuperare e valorizzare la cultura salentina nei confronti di quella europea. Molti sono i versi dedicati all'amico Vittorio Bodini e a Carmelo Bene, convinto della genuinità della poesia e contrario ad ogni forma di perbenismo, di ostentata cultura, si dimostra un poeta che ha una decisa funzione sociale. «Il poeta ha sempre di più responsabilità e problemi di linguaggio, di stile, di aderenza a una realtà abbastanza complessa, di tensione, di rivolta». (p. 53).
È l'uomo in rivolta - come direbbe Camus - che tenta di fornire una soluzione al problema della rivolta nella storia e di riabilitarla come «valore fondatore d’umanità», contro le sue deviazioni, aprendo la strada ad un’etica della misura oltre l’idealismo morale e il realismo cinico.
“Antonio L. Verri. Il mondo dentro un libro” trabocca di un'umana passione propria di Verri e ne fa assaporare tutta la sua veemenza e integrità intellettuale nei riguardi dell'uomo, della società del tempo. Attivo e impegnato Antonio Verri ricerca la propria verità convinto che ognuno debba seguire l'autenticità dell'essere salentino integrato in un mondo europeo e in un'epoca della globalizzazione che stava alla fine degli anni novanta emettendo i primi vagiti.
Viaggiatore non solo esistenziale intende portare a compimento il suo sogno: scrivere il mondo dentro un libro, non è dato saperlo se questo avverrà, o meglio occorre leggere la storia per aver quanto meno la possibilità di esprimere un giudizio.
L'autore presenta un patrimonio culturale per nulla indifferente, delicato e attento a riportare le molteplici pubblicazioni di Verri, molte delle quali sparse e frammentate presso piccole case editrici del nord, come anche le riviste. Eh sì, perché spesso capita di non comprendere i tesori e di gettarli via dalla finestra per essere poi raccolti da chi di passaggio ne coglie la bellezza e il valore.
È un poeta, uno scrittore, un pubblicista, un uomo che non si può dimenticare Antonio Verri - originario di Caprarica di Lecce - d'animo generoso come pochi, sensibile, straripante di entusiasmo, dalla capacità straordinaria di coinvolgere inevitabilmente chi lo conosceva oltre agli amici più cari. La poesia si legge nel “Il pane sotto la neve” (che non è fuoco minore come pure ho scritto) la si lascia per i brutti tonfi, per le dolcezze, per le disperazioni, per gli incanti. (p. 70). Come un grosso tonfo lo procura la pubblicazione nel 1987 de La Betissa. Saga composita dell'uomo dei curli e di una grossa signora: una storia geniale in versi liberi e irregolari ambientata sul promontorio di Castro - come del resto tutte le sue narrazioni - che come scrive Simone Giorgino rivela una critica aspra contro una società massificata e mercificata.
Ma il poeta Antonio Verri è anche l'uomo del conflitto, l'uomo che cerca se stesso, la propria identità, ed è lo stesso “conflitto” che lo condurrà ad una probabile delusione nel comporre “Declaro. Il mondo dentro un libro”: un progetto sedimentato che fuoriesce come magma incandescente.
Per comprendere la grandezza di Verri è necessario leggerlo e accostarsi da vicino al suo pensiero, alla vasta mole di versi liberi, sciolti da ogni artificio e faziosità, liberi di essere espressione di se stesso, liberi da catene e padroni, perché il poeta non amava vincoli né compromessi. Ha tentato di insegnare la passione verso la poesia e la cultura, amando intellettuali impegnati che detestavano i “borghesucci” e coinvolgendo i giovani in un impegno sociale per un cambiamento. Non è dato saperlo in realtà se ci fosse riuscito, ma possiamo dire ora quanto Verri sia prestigioso come uomo e come poeta, scrittore, e autorevole sia per i salentini che per gli italiani, e questo è possibile soprattutto per il lavoro effettuato da intellettuali come Simone Giorgino.
Antonio Verri - racconta Giorgino - è un autore sedotto dalla neoavanguardia e dal post-modernismo, attento alle più ardite sperimentazioni linguistiche da Gadda, a D'Arrigo sino a Joyce e Queneau ma anche radicato alle radici salentine cercando di recuperare e valorizzare la cultura salentina nei confronti di quella europea. Molti sono i versi dedicati all'amico Vittorio Bodini e a Carmelo Bene, convinto della genuinità della poesia e contrario ad ogni forma di perbenismo, di ostentata cultura, si dimostra un poeta che ha una decisa funzione sociale. «Il poeta ha sempre di più responsabilità e problemi di linguaggio, di stile, di aderenza a una realtà abbastanza complessa, di tensione, di rivolta». (p. 53).
È l'uomo in rivolta - come direbbe Camus - che tenta di fornire una soluzione al problema della rivolta nella storia e di riabilitarla come «valore fondatore d’umanità», contro le sue deviazioni, aprendo la strada ad un’etica della misura oltre l’idealismo morale e il realismo cinico.
“Antonio L. Verri. Il mondo dentro un libro” trabocca di un'umana passione propria di Verri e ne fa assaporare tutta la sua veemenza e integrità intellettuale nei riguardi dell'uomo, della società del tempo. Attivo e impegnato Antonio Verri ricerca la propria verità convinto che ognuno debba seguire l'autenticità dell'essere salentino integrato in un mondo europeo e in un'epoca della globalizzazione che stava alla fine degli anni novanta emettendo i primi vagiti.
Viaggiatore non solo esistenziale intende portare a compimento il suo sogno: scrivere il mondo dentro un libro, non è dato saperlo se questo avverrà, o meglio occorre leggere la storia per aver quanto meno la possibilità di esprimere un giudizio.
L'autore presenta un patrimonio culturale per nulla indifferente, delicato e attento a riportare le molteplici pubblicazioni di Verri, molte delle quali sparse e frammentate presso piccole case editrici del nord, come anche le riviste. Eh sì, perché spesso capita di non comprendere i tesori e di gettarli via dalla finestra per essere poi raccolti da chi di passaggio ne coglie la bellezza e il valore.
È un poeta, uno scrittore, un pubblicista, un uomo che non si può dimenticare Antonio Verri - originario di Caprarica di Lecce - d'animo generoso come pochi, sensibile, straripante di entusiasmo, dalla capacità straordinaria di coinvolgere inevitabilmente chi lo conosceva oltre agli amici più cari. La poesia si legge nel “Il pane sotto la neve” (che non è fuoco minore come pure ho scritto) la si lascia per i brutti tonfi, per le dolcezze, per le disperazioni, per gli incanti. (p. 70). Come un grosso tonfo lo procura la pubblicazione nel 1987 de La Betissa. Saga composita dell'uomo dei curli e di una grossa signora: una storia geniale in versi liberi e irregolari ambientata sul promontorio di Castro - come del resto tutte le sue narrazioni - che come scrive Simone Giorgino rivela una critica aspra contro una società massificata e mercificata.
Ma il poeta Antonio Verri è anche l'uomo del conflitto, l'uomo che cerca se stesso, la propria identità, ed è lo stesso “conflitto” che lo condurrà ad una probabile delusione nel comporre “Declaro. Il mondo dentro un libro”: un progetto sedimentato che fuoriesce come magma incandescente.
Per comprendere la grandezza di Verri è necessario leggerlo e accostarsi da vicino al suo pensiero, alla vasta mole di versi liberi, sciolti da ogni artificio e faziosità, liberi di essere espressione di se stesso, liberi da catene e padroni, perché il poeta non amava vincoli né compromessi. Ha tentato di insegnare la passione verso la poesia e la cultura, amando intellettuali impegnati che detestavano i “borghesucci” e coinvolgendo i giovani in un impegno sociale per un cambiamento. Non è dato saperlo in realtà se ci fosse riuscito, ma possiamo dire ora quanto Verri sia prestigioso come uomo e come poeta, scrittore, e autorevole sia per i salentini che per gli italiani, e questo è possibile soprattutto per il lavoro effettuato da intellettuali come Simone Giorgino.
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